martedì 26 maggio 2009

come fermare lo scorrere del tempo?

Il viaggio più bello ed importante chi ciascuno di noi intraprende, spesso senza nemmeno accorgersene, è quello della vita: è sempre un viaggio, un viaggio fantastico e ricco di avventure quello che facciamo crescendo e maturando.

Il viaggio della nostra vita non lo possiamo programmare nei minimi dettagli, è costituito da molte tappe e fermate, alcune di esse molto importanti, che segnano e influenzano la successiva decisione o non-decisione.

Un viaggio ha anche momenti difficili, momenti questi in cui non si sa come procedere o andare avanti, in cui si sente la necessità di fermarsi, prendere tempo, guardare le onde del mare, ascoltare il silenzio e aspettare il momento giusto per rimettersi alla ricerca di un qualcosa, di un senso, di una realizzazione.

Ma possiamo considerarla come una vera sosta? è davvero un "fermarsi"? E' possibile fermare davvero il nostro viaggio?Come poter controllare lo scorrere del tempo?

mercoledì 20 maggio 2009

L'alchimista


Santiago, un giovane pastorello andaluso, alla ricerca di un tesoro sognato, intraprende quel viaggio avventuroso, insieme reale e simbolico che, al di là dello Stretto di Gibilterra e attraverso tutto il deserto nordafricano, lo porterà fino all'Egitto delle Piramidi. E sarà proprio durante il viaggio che il giovane, grazie all'incontro con il vecchio Alchimista, salirà tutti i gradini della scala sapienziale: nella sua progressione sulla sabbia del deserto e, insieme, nella conoscenza di , scoprirà l'Anima del Mondo, l'Amore e il Linguaggio Universale, imparerà a parlare al sole e al vento e infine compirà la sua Leggenda Personale.

mercoledì 13 maggio 2009

Da dove veniamo? Cosa siamo? Dove andiamo?


“ prima di morire ho voluto dipingere una grande tela che avevo in mente, e per tutto il mese vi ho lavorato febbrilmente, giorno e notte: "Da dove veniamo? Cosa siamo? Dove andiamo?"

Paul Gauguin



Osservando titolo ed opera risulta difficile comprenderne il nesso: probabilmente il bimbo addormentato rappresenta la nascita, la ragazza che coglie i frutti è la vita, mentre la vecchia signora la morte.

Ho voluto pubblicare un intervento di questo tipo perchè credo che queste tre domande, per alcuni un po' inquientanti, siano domande che ogni uomo, prima o poi, si pone circa il mistero del proprio passaggio sulla terra, sul perchè della propria esistenza transitoria e che lo spingono ad un viaggio continuo e inarrestabile.

Può, questo viaggio di cui abbiamo tanto parlato, essere un tentativo di risposta a tali questioni?
E' possibile dare un risposta personale a queste domande? Se si, ci può bastare?

Alle tre domande senza risposta oggettiva ed univoca, il pittore da un proprio senso, una propria forma di espressione con l'utilizzo dell'arte: fa corrispondere ad esse una pacata solennità delle figure, disposte secondo calcolati rapporti reciproci, lineari e cromatici, trovando la propria giustificazione non nella logica espositiva di parole o di idee, ma in quella compositiva.

mercoledì 6 maggio 2009

L'incontro con l'altro

E' davvero fondamentale spostarsi nello spazio fisicamente per poter affermare che si stà viaggiando?

E' possibile considerare l'incontro con una persona altra da come un viaggio?

Molti si chiudono di fronte a persone che non conoscono, che considerano diverse, quasi estranee, considerandole, pur senza conoscerle, nemiche.

Parlare con una persona appartenente ad una cultura diversa dalla nostra, che ci racconta le sue esperienze di vita, le conoscenze che lei stessa crede di aver appreso dal mondo, non può essere considerato come un viaggio, come un potente mezzo per arricchire le idee che tanto gelosamente teniamo racchiuse dentro di noi? può essere un viaggi verso nuove culture e verso nuovi mondi? può essere spunto di riflessione e arricchimento?

martedì 5 maggio 2009

Teorie sull'orizzonte

Quando l'uomo pensa al viaggio, esso ha già deciso di patire, in quanto il suo pensiero ha già sviluppato l'orizzonte possibile, ovvero ciò che egli si aspetta di trovare.
Se l'orizzonte è quello preespresso dal pensiero l'uomo ha una piccolo e lieve autorealizzazione che avrà durata pari a quella del semplice viaggio.
Se l'orizzonte si diversifica positivamente o negativamente dal preconcetto, l'uomo avrà dei ricordi che andranno oltre alle sue aspettative ricadendo così nell'inaspettata e piacevole esperienza dell'inutilità di pianificare ciò che non si conosce.

Tratto da " L'Uomo Estremo" (Fredric vanShubart)


Pensandoci con attenzione, in effetti, ogni volta che scegliamo o fantastichiamo su una meta, abbiamo già in mente cosa vorremmo trovare o come ci piacerebbe che essa sia.
Forse così facendo, ci precludiamo degli aspetti che potrebbero rivelarsi molto interessanti privilegiandone altri, che potrebbero risultare invece banali.
Quindi è meglio sperare di trovare ciò che ci si aspetta, o non immaginare nulla cogliendo il maggior numero di esperienze possibili?