mercoledì 15 aprile 2009

Viaggiare tra sacrificio e opportunità

"Viaggiare deve comportare il sacrificio di un programma ordinario a favore del caso, la rinuncia del quotidiano per lo straordinario, deve essere strutturazione assolutamente personale alle nostre convinzioni."
Hermann Hesse

Ciò su cui mi porta a riflettere la frase di questo importante scrittore è il punto di vista del viaggiatore.
Viaggiare comporta sempre per lui un sacrificio o una rinuncia?
Può essere invece considerato un'opportunità?

6 commenti:

  1. Due lati della stessa medaglia, no?
    E' l'impossibilità (il sacrificio) che apre la possibilità ulteriore dell'opportunità.
    Che ne pensi?

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  2. è la rinuncia del conosciuto per l'incerto che per molti è un blocco che impedisce di viaggiare.
    Il viaggio, qualunque sia, deve essere libero da ogni vincolo e programma per essere una vera esperienza di vita e, pertanto, diventa anche un'opportunità

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  3. Un po' troppo ottimista, no?
    Cioé, Essere libero dai vincoli non è un sogno romantico?
    Nel senso che comunque sia ci portiamo a dietro dei legami, siano essi anche solo i ricordi...

    Il sacrificio è la non presenza data dai ricordi stessi per il ritorno ad un passato.

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  4. certo che ci portiamo i legami, purtroppo, e sono le valigie che appesantiscono i nostri viaggi
    meno ne portiamo e più siamo liberi di affrontare e accogliere le opportunità che il viaggio ci offre
    comunque hai ragione, sono un romantico

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  5. se viaggiare deve comportare un sacrificio o una rinuncia non ne vale semplicemente la pena...viaggiare deve essere un piacevole opportunità!

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  6. Non dipende, secondo la vostra opinione, dalla motivazione che spinge a compiere tale viaggio, da quel che si ricerca...o da ciò da cui si fugge?

    Il viaggio è davvero solo una rinuncia o, contrariamente, solo una piacevole opportunità?

    Non potrebbero essere unite queste due visioni?

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